SEZIONE: YOGA&FILOSOFIA. Che cos'è lo yoga. Una brevissima introduzione
Lo yoga, come si potrebbe immaginare, non è una mera ginnastica o un insieme di acrobazie, non è assolutamente una religione e non può essere ridotto ad una mera moda al cui nome sono possibili associare, come accade sempre di più oggi in Occidente, le espressioni più disparate.
Nelle sue otto membra costitutive (yama, niyama, āsana, prānāyāma, pratyāhrā, dhāraṇā, dhyāna, samādhi), nelle sue quattro 'vie' classiche di conoscenza (Karma yoga, Bhakti yoga, Jñana yoga, e Rajā o Dhyāna yoga) e con le sue svariate tecniche conoscitive, tutte indicateci dai testi della 'Tradizione' vedica e vedantica, lo yoga è invece indubbiamente una 'scienza della vita' (posta in atto mediante le conoscenze ayurvediche ad esso collegate e il conseguenziale benessere psico-fisico che deriva da esse e dalla pratica dello yoga mediante le sue 8 membra) e una 'filosofia dello spirito' (con la sua plurimillenaria sapienza e conoscenza metafisiche), aperte a tutti e per qualsiasi età.
Come esigenza spirituale la pratica yogica (posta in atto attraverso l'introspezione di se stessi che nasce dopo aver trovato le condizioni di 'stabilità e confortevolezza' nelle varie posture corporali assunte nella pratica yogica) si volge alla ricerca di ciò che si cela 'oltre' il corpo, e, mediante una percezione più approfondita e consapevole attuata tramite la discriminazione intellettiva e intuitiva del nostro intelletto (buddhi) di ciò che si cela 'oltre' le modificazioni emozionali e razionali, le false credenze e i limiti della nostra mente ordinaria (manas), conscia e inconscia, modificazioni tuttavia da 'aggiogare' sempre, come accade nell'assunzione delle posture yogiche, con non-violenza e con estrema amorevolezza.
Yoga è infatti amore, yoga è unione "della nostra parte fisica e della nostra parte non fisica", come ci ricorda sempre nelle sue conferenze e nei suoi volumi il mio Maestro Svāmi Sūryānanda Sarasvatī Amadio Bianchi, e tale pratica si volge all'individuazione dentro di noi di ciò che è di fatto la nostra vera essenza, che si cela 'oltre' i 5 involucri (kośa) di cui siamo costitutiti, ossia il corpo, il prana, la mente, l'intelletto, il senso di beatitudine, che 'abbiamo', dei quali facciamo diretta esperienza ed in cui essa è avviluppata. La nostra vera essenza, secondo lo yoga, è "Quello", il 'Tat tvam asi' delle Upaniṣad, è l'ātman (l'anima o, in termini più laici, la coscienza) ossia la 'goccia divina' di Brahman (il Creatore, l'Assoluto) che, secondo la Tradizione vedantica, risiede in una 'caverna del nostro cuore' e della quale, attraverso lo yoga, possiamo farne una diretta e chiara esperienza conoscitiva.


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